Piani mirati di prevenzione

Il Piano Mirato di Prevenzione definisce la modalità di controllo, cosiddetto assistenziale, fermo restando l'applicazione dello strumento della verifica tramite modalità in vigilanza/audit. Anche in questo contesto, se accertata una non conformità grave si provvede impartendo prescrizioni di carattere impositivo. Lo strumento del PMP consente di supportare la capacità dell'azienda motivata ad adottare le misure generali di prevenzione.

Dal 2018, ATS Val Padana propone e attua Piani Mirati di Prevenzione quali strumenti di prevenzione a tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori.

Di seguito, in estrema sintesi, si riportano le principali AZIONI e FASI che costituiscono l’impalcatura di un PMP.

Azioni principali:

  • assistenza;
  • monitoraggio e vigilanza;
  • verifica di efficacia.

Fasi di un PMP:

  1. condivisione del progetto in sede di Comitato Provinciale ex art. 7 D.Lgs.81/08;
  2. incontro con le imprese e con altri soggetti del settore interessati;
  3. presentazione e distribuzione delle linee di indirizzo;
  4. invio della scheda di Autovalutazione alle imprese;
  5. ritorno delle schede compilate e valutazione delle stesse;
  6. effettuazione dei sopralluoghi a campione; 
  7. verifica di efficacia dell’intervento con illustrazione dei risultati in sede di Comitato Provinciale ex art. 7 D.Lgs.81/08.

In particolare la prima azione (assistenza) presuppone una “analisi iniziale di progettazione dell’intervento mediante analisi del contesto", condivisa con enti/strutture territoriali di rappresentanza, anche tramite il tavolo previsto dall’art. 7 del d.lgs. 81/2008.
La progettazione dell’intervento mirato può essere determinata in base a eventi sentinella, alle informazioni provenienti dai flussi informativi, a dinamiche infortunistiche territoriali, a informazioni derivanti da attività di vigilanza, a modifiche normative, all’emanazione di linee guida, al controllo di fattori di rischio, alla programmazione di interventi di prevenzione e vigilanza locali ecc”. La progettazione vede poi “la stesura degli obiettivi, dei supporti utili al processo di valutazione e gestione dei rischi (es. buone prassi, linee guida, scheda di autovalutazione, corsi di formazione, strumenti di monitoraggio dell’intervento quali questionari di percezione del rischio, ecc.) e l’individuazione degli indicatori di efficacia dell’intervento”.
Sempre riguardo all’assistenza c’è poi l’individuazione del target di aziende da coinvolgere con il PMP, l’informazione alle stesse e la formazione integrata “sugli strumenti sviluppati per la valutazione e gestione dei rischi, sulla scheda di autovalutazione.

L’azione di monitoraggio e vigilanza riguarda:

  • autovalutazione aziendale con la scheda dedicata: “lo strumento è un supporto per il monitoraggio della situazione della salute e sicurezza sul lavoro aziendale, al fine della gestione dei rischi del ciclo lavorativo. Il processo di autovalutazione mira a verificare da un lato la propria conformità legislativa e dall’altro a stimolare una riflessione sul proprio assetto organizzativo in particolare in merito alla valutazione dei rischi, alle misure di prevenzione e protezione, alla formazione ecc. La scheda cerca di introdurre nelle realtà aziendali delle micro e piccole imprese un approccio incentrato anche sugli aspetti migliorativi allo scopo di favorire un riesame nel tempo orientato ad una efficace gestione della prevenzione in azienda”;
  • vigilanza a campione delle aziende coinvolte nel PMP e rilevazione delle soluzioni adottate dalle aziende. Si segnala che “il complesso delle violazioni riscontrate e delle relative prescrizioni costituisce inoltre un serbatoio aggiuntivo di ulteriori misure migliorative introdotte a seguito di vigilanza” e che, “in linea con le indicazioni del PNP, la vigilanza può essere realizzata anche con metodologie di audit”.

L’ultima azione riguarda la verifica di efficacia con il monitoraggio delle singole attività previste dal PMP, attraverso l’analisi della percezione dei rischi da parte dei lavoratori e la diffusione e restituzione dei risultati, delle soluzioni e delle misure migliorative con il coinvolgimento degli stakeholders locali e nazionali, tramite attività di reportistica, seminari e convegni.

Nella sezione "Allegati" è possibile scaricare la documentazione relativa ai Piani Mirati di Prevenzione.