Epatiti
Epatiti

Le epatiti virali sono malattie soggette, in Italia, a notifica obbligatoria.
Sono processi infettivi a carico del fegato causati da virus diversi e che presentano differenze sia nella distribuzione e frequenza della malattia, sia nel meccanismo immuno-patogenetico, pur avendo quadri clinici simili.
Ad oggi, distinguiamo 5 tipi di epatite virale: epatite A, epatite B, epatite C, epatite D (o Delta) ed epatite E.
L'epatite A è una malattia infettiva acuta causata dal virus dell'epatite A (HAV), che colpisce principalmente il fegato. Generalmente, l'infezione non è cronica e raramente è fatale, ma può causare sintomi gravi e debilitanti.
Modalità di trasmissione
Il virus dell'epatite A si trasmette per via oro-fecale, attraverso il consumo di alimenti o acqua contaminati dalle feci di una persona infetta. Può anche trasmettersi attraverso il contatto diretto con una persona infetta, specialmente in ambienti con scarse condizioni igieniche.
Segni e sintomi
Il periodo di incubazione dell'epatite A va da 15 a 50 giorni. I sintomi iniziali possono includere febbre, stanchezza, perdita di appetito, nausea, vomito, dolore addominale, urine scure, feci chiare e ittero (ingiallimento della pelle e degli occhi). Non tutti gli infetti mostrano sintomi, specialmente i bambini.
Trattamento e prevenzione
Non esiste un trattamento specifico per l'epatite A; la cura è di supporto e mira ad alleviare i sintomi. La prevenzione si basa sulla vaccinazione e sull'adozione di misure igieniche come il lavaggio accurato delle mani, il consumo di acqua, cibi sicuri e ben cotti.
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Per la prevenzione dell’Epatite A è disponibile la vaccinazione che fornisce una protezione dall’infezione già dopo 14-21 giorni dalla somministrazione.
L'epatite B è un'infezione virale del fegato causata dal virus dell'epatite B (HBV). Rispetto ad altre epatiti virali, la forma B è potenzialmente più grave, poiché può cronicizzare ed avere un decorso maligno, fino alla cirrosi epatica e al cancro al fegato (epatocarcinoma).
Modalità di trasmissione
Il virus dell'epatite B si trasmette attraverso il contatto con il sangue o altri fluidi corporei di una persona infetta. Le principali modalità di trasmissione includono il contatto sessuale, la condivisione di aghi, siringhe o altri dispositivi per iniezione, e la trasmissione da madre a figlio durante il parto.
Segni e sintomi
Il periodo di incubazione dell'epatite B varia da 30 a 180 giorni. I sintomi possono includere febbre, stanchezza, perdita di appetito, nausea, vomito, dolore addominale, urine scure, feci chiare e ittero. Molte persone infette, specialmente i bambini, possono non mostrare sintomi evidenti.
Trattamento e prevenzione
Il trattamento dell'epatite B cronica può includere farmaci antivirali per ridurre la replicazione del virus e prevenire danni epatici. La pericolosità dell'epatite B, ormai da diversi anni, ha indotto gli organismi sanitari di molti Paesi, inclusa l'Italia, ad avviare delle strategie di prevenzione mediante vaccinazione, che è altamente efficace e raccomandata per tutti i neonati e per le persone a rischio.
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Per la prevenzione dell’Epatite B è disponibile la vaccinazione.
L'epatite C è un'infezione virale del fegato causata dal virus dell'epatite C (HCV) che rappresenta una delle principali cause di trapianto e di sviluppo di malattie croniche (epatite cronica, cirrosi epatica, epatocarcinoma).
Modalità di trasmissione
Il virus dell'epatite si trasmette principalmente per via parenterale, attraverso il contatto con il sangue di persone infette e il suo successivo ingresso attraverso la pelle e/o le mucose, ad es. puntura con aghi infetti, trasfusioni con sangue contaminati, utilizzo di strumenti non sterilizzati (esecuzione tatuaggi, piercing, uso di rasoi, forbici, ecc. L’infezione si può trasmettere in gravidanza, da madre a figlio (via verticale).
Segni e sintomi
Nella maggior parte dei casi l’infezione acuta da HCV può essere asintomatica. L’esordio può avvenire con sintomi aspecifici, quali: nausea, vomito, febbre, dolori addominali e ittero. Il periodo di incubazione va dalle 2 settimane ai 6 mesi (maggiormente tra le 6 e 9 settimane).
Trattamento e prevenzione
Ad oggi non esiste un vaccino contro l’epatite C e l’uso di immunoglobuline non si è mostrato efficace. Norme igieniche quali la sterilizzazione degli strumenti chirurgici e quelli usati per i trattamenti estetici, l’utilizzo di materiali monouso rappresentano misure di prevenzione efficaci.
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Pe l’Epatite C è previsto lo screening.
Per maggiori informazioni sulla campagna di screening gratuito per la ricerca del virus dell’epatite C consultare la pagina dedicata.
L'epatite D, o epatite delta, è causata dal virus dell'epatite D (HDV), un virus difettivo che necessita della presenza del virus dell'epatite B (HBV) per replicarsi. L’infezione da virus D raramente diventa cronica (meno del 5% dei casi) ma se si manifesta in una persona con l’epatite B cronica, nel 70-90% dei casi accelera la progressione verso una malattia più grave.
Modalità di trasmissione
Il virus dell'epatite D si trasmette in modo simile all'epatite B, attraverso il contatto con sangue o altri fluidi corporei infetti. Questo include la condivisione di aghi o siringhe e il contatto sessuale con una persona infetta.
Segni e sintomi
I sintomi dell'epatite D sono simili a quelli dell'epatite B e possono includere stanchezza, perdita di appetito, nausea, vomito, dolore addominale, ittero, urine scure e feci chiare. L'infezione da HDV può portare a una forma più grave di malattia epatica rispetto all'epatite B da sola.
Trattamento e prevenzione
Non esiste un trattamento specifico per l'epatite D; la gestione dell'infezione si concentra sul trattamento dell'epatite B sottostante. La prevenzione dell'epatite D si basa sulla prevenzione dell'epatite B attraverso la vaccinazione contro l'HBV.
L'epatite E è una malattia virale acuta causata dal virus dell'epatite E (HEV), che colpisce principalmente il fegato.
Generalmente, l'infezione è autolimitante, ma può essere grave nelle donne in gravidanza. L'infezione è presente in molte aree del mondo con un maggior numero di nuovi casi (incidenza) nei paesi dell’Asia sudorientale e dell’America Latina, in particolar modo dove sono presenti molti abitanti e le condizioni igieniche sono inadeguate.
In Italia, i casi segnalati al sistema di sorveglianza SEIEVA dell’Istituto Superiore di Sanità sono relativamente pochi (poco meno di 200 nel periodo 2007-2016) ma persiste, tuttavia, una scarsa conoscenza dei modi di trasmissione dell’infezione e dei segnali che indicano la sua presenza.
Modalità di trasmissione
Il virus dell'epatite E si trasmette principalmente per via oro-fecale attraverso il consumo di acqua contaminata. In rari casi, si può trasmettere attraverso il consumo di carne poco cotta o di prodotti derivati da animali infetti.
Segni e sintomi
Il periodo di incubazione dell'epatite E va da 2 a 10 settimane. I sintomi includono febbre, stanchezza, perdita di appetito, nausea, vomito, dolore addominale, urine scure, feci chiare e ittero. La malattia è generalmente lieve, ma può essere grave o fatale nelle donne in gravidanza.
Trattamento e prevenzione
Non esiste un trattamento specifico per l'epatite E; la cura è di supporto e mira ad alleviare i sintomi. La prevenzione si basa sul miglioramento delle condizioni igieniche, sull'accesso a fonti di acqua sicura e, in alcuni Paesi, sulla vaccinazione contro l'HEV.