Antibiotico resistenza

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La resistenza agli antibiotici è un meccanismo naturale di difesa dei batteri. 

I due principali fattori esterni favorenti lo sviluppo e la diffusione della resistenza agli antibiotici sono:

  • l'uso eccessivo o non corretto di antibiotici;
  • la diffusione e la trasmissione incrociata di batteri resistenti agli antibiotici tra gli esseri umani, gli animali e l'ambiente.

Il problema della resistenza agli antibiotici è complesso poiché riconosce diverse cause:

  • l’uso degli antibiotici in zootecnia e in agricoltura;
  • la diffusione delle infezioni correlate all’assistenza causate da microrganismi antibiotico-resistenti ed il limitato controllo delle stesse;
  • una maggiore diffusione dei ceppi resistenti dovuto a un aumento dei viaggi e degli spostamenti internazionali.

Il trattamento delle infezioni dovute a batteri resistenti è un serio problema di sanità pubblica: gli antibiotici comunemente usati non sono più efficaci e i medici si trovano a doverne scegliere degli altri con conseguente ritardo dell’inizio di un trattamento efficace che può portare a complicanze, anche gravi. Inoltre, un paziente potrebbe aver bisogno di diversi antibiotici alternativi e più costosi che potrebbero avere maggiori effetti collaterali.

Nel settore veterinario, inoltre, il problema di mancata efficacia di un antibiotico può compromettere oltre che la salute animale, anche la salute umana di chi lavora o è a contatto con essi.

Soprattutto negli ospedali, i batteri resistenti agli antibiotici di ultima linea limitano fortemente le opzioni di trattamento per i pazienti infetti. Questi batteri possono addirittura diventare resistenti a tutti gli antibiotici esistenti, con la conseguente assenza di terapia efficace per l’eventuale paziente.

Senza antibiotici efficaci potremmo tornare all'era pre-antibiotica, quando i trapianti di organi, la chemioterapia per il cancro, la terapia intensiva e tutte le altre procedure mediche, incluse alcune cure odontoiatriche, non sarebbero più possibili senza l’insorgenza di infezioni anche gravi. Le malattie batteriche si diffonderebbero e, non potendo più essere curate, causerebbero la morte.

Sono state identificate tre strategie principali per affrontare la resistenza agli antibiotici:

  • l'uso prudente di antibiotici è il punto chiave per prevenire l'insorgere e la diffusione della resistenza;
  • l'attuazione di buone pratiche di controllo delle infezioni, come una buona igiene delle mani, nonché lo screening e l'isolamento dei pazienti infetti/colonizzati negli ospedali, sono importanti mezzi al fine di prevenire la diffusione dei batteri resistenti;
  • promuovere lo sviluppo di nuovi antibiotici con nuovi meccanismi d'azione poiché la resistenza si sviluppa comunque inevitabilmente nel tempo.

L’antibiotico-resistenza ha un importante impatto sulle persone, sugli animali e sull’ambiente. Nel caso in cui, infatti, un microrganismo acquisisca la capacità di resistere all’azione di un antibiotico, la malattia infettiva da esso causata può essere più difficile da curare: il decorso risulta più lungo, aumenta il rischio di complicanze, fino ad arrivare a esiti che possono essere invalidanti o portare al decesso del paziente. L’antibiotico-resistenza, pertanto, ha importanti conseguenze sulla qualità della vita delle persone e anche un rilevante impatto economico per il singolo e per la collettività.

La stessa difficoltà di cura delle infezioni antibiotico-resistenti si riflette anche nella medicina veterinaria, ove sono disponibili una varietà minore di antibiotici in grado di curare le infezioni sia degli animali domestici che di allevamento.

È necessario sottolineare che i batteri, anche quelli resistenti, non riconoscono confini geografici, né barriere di specie, ed è per questo che il fenomeno dell’antibiotico-resistenza rappresenta una minaccia globale. L’uso eccessivo o non appropriato degli antibiotici induce lo sviluppo di nuove resistenze non solo direttamente nei microrganismi, ma comporta un rischio anche per il possibile rilascio nell’ambiente di residui di questi medicinali, che possono così contaminare acqua, suolo e vegetazione. Questi residui continuando a essere attivi nell’ambiente, inducendo una pressione selettiva nei confronti dei batteri che comunemente vi abitano.

Pertanto, un approccio cosiddetto “One Health”, che non si limiti alla sola salute umana o animale, ma promuova interventi coordinati nei diversi ambiti, inclusi l'agricoltura e l'ambiente, risulta fondamentale per ridurre lo sviluppo e la diffusione dell’antibiotico-resistenza.

Gli antibiotici sono medicinali efficaci esclusivamente nel contrastare le malattie causate da batteri. Non sono utili, invece, per curare infezioni virali, come ad esempio il raffreddore o l’influenza.

Le persone dovrebbero assumere antibiotici solo dopo valutazione da parte di un medico. Non sono, infatti, medicinali per automedicazione e, in farmacia, possono essere venduti esclusivamente dietro presentazione di ricetta medica. Una volta acquistato il farmaco, è indispensabile seguire scrupolosamente le indicazioni del medico prescrittore riguardo a dosaggio, modi e durata della terapia. Infatti, ogni antibiotico è specifico per curare solo determinate malattie batteriche.

Anche nel settore veterinario, è necessario evitare il “fai da te” e attenersi scrupolosamente alle indicazioni terapeutiche del medico veterinario, che prescriverà l’antibiotico “quando serve, quanto serve”.

Un uso scorretto degli antibiotici potrebbe portarci indietro nel tempo, quando gli antibiotici non esistevano e le malattie infettive avevano frequentemente un esito fatale.

Gli antibiotici sono un bene prezioso la cui efficacia si sta restringendo nel tempo. Affinché la loro utilità possa continuare in futuro, è necessario che tutti contribuiscano a preservarla attraverso un uso corretto e responsabile.

L’uso responsabile degli antibiotici permetterà di avere a disposizione medicinali efficaci per la cura delle malattie batteriche. Al contrario, lo sviluppo e la diffusione di antibiotico-resistenza, conseguente soprattutto ad un uso inappropriato degli antibiotici, mette a rischio la salute di ognuno di noi.

Per prevenire o limitare la diffusione delle infezioni è importante, oltre all'uso responsabile degli antibiotici, adottare comportamenti adeguati.

L’azione più semplice è l'igiene delle mani. Le mani sono un ricettacolo di germi, alcuni dei quali risiedono normalmente sulla cute senza creare danni, altri invece sono responsabili di infezioni e malattie. Le nostre mani, quindi, toccando altre persone, animali, superfici, oggetti vari, possono essere contaminate da vari tipi di microrganismi, e alcuni di questi possono essere patogeni per gli esseri umani e/o per gli animali con cui veniamo in contatto.

Quando non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare un gel idroalcolico, che è altrettanto efficace per igienizzare le mani.

Anche la vaccinazione contro le malattie infettive rappresenta uno dei modi per prevenire le infezioni sia nelle persone che negli animali.

Anche nel settore veterinario, risulta necessaria la predisposizione di misure idonee atte a ridurre le cause e la diffusione delle malattie infettive, a prevenire l’insorgenza di nuovi casi e a minimizzare l’impatto di eventuali focolai attraverso l’adozione di misure di biosicurezza e le attività di prevenzione e controllo delle malattie, quali: il potenziamento delle difese immunitarie, le vaccinazioni, il rispetto del benessere, l’adeguata alimentazione, ecc.

In generale, l’applicazione delle misure di prevenzione e di controllo delle malattie porta a una riduzione dell’utilizzo di antibiotici, così come un loro uso appropriato permetterà di ridurre il fenomeno dell’antibiotico-resistenza e ci aiuterà a mantenere gli antibiotici efficaci contro le malattie batteriche.