Traumi e incidenti domestici infanzia

Gli incidenti, di ogni tipo, rappresentano la principale causa di morte nei bambini, adolescenti e giovani adulti nella Comunità Europea. Le morti sono inoltre la punta dell’iceberg di una serie di conseguenze determinate dagli infortuni: disabilità, permanenti e non, ricoveri ed altre richieste di assistenza.

L’European Report on Child Injury Prevention sottolinea quanto i bambini siano particolarmente vulnerabili agli incidenti ed abbiano quindi bisogno di un’attenzione particolare per salvaguardare il loro diritto alla salute e ad un ambiente sicuro.

La cultura della sicurezza passa attraverso una serie di informazioni, attenzioni ed accorgimenti che possono essere utili per orientare la propria attenzione ancor prima della gravidanza, controllare e prevenire situazioni spiacevoli e rischiose.

È strano pensare che la casa, il luogo dove ci si sente più sicuri è, in realtà, quello nel quale avvengono più incidenti; gli incidenti domestici sono tra le prime cause di morte tra i più piccoli.

Le statistiche riportano che tra i più frequenti incidenti domestici che vedono coinvolto un bambino nei primi anni di vita, vi sono, nell’ordine: le cadute, le ustioni, il soffocamento, l’avvelenamento e l’annegamento. Tra gli incidenti la prima causa di morte è l’annegamento.

Per prevenire incidenti domestici non è sufficiente sorvegliare il bambino: mano a mano che cresce, all’attenzione va aggiunta una riorganizzazione degli spazi e degli oggetti, che anticipi la sua progressiva acquisizione di nuove abilità, le quali spesso si manifestano in modo difficilmente prevedibile. “Arrivare prima” è quindi necessario, ma è anche ciò che rende il percorso verso la sicurezza un viaggio così interessante.

Le situazioni di rischio possibili sono molte e l’elenco non sarà mai esaustivo. Inoltre, ogni famiglia ha il suo stile di vita, il suo concetto di casa e diverse risorse socioculturali ed economiche e, a partire da tutto ciò, fa le sue scelte. Per queste ragioni non è possibile prescrivere soluzioni preconfezionate, tuttavia alcuni spunti come quelli che seguono possono essere utili.

Per ulteriori informazioni consulta il sito GenitoriPiù.

Sezione dedicata alla pubblicazione di documenti, informative dedicate a trattare la tematica del centro anti veleni nei bambini.

La cultura della sicurezza passa attraverso una serie di attenzioni e accorgimenti che coinvolgono anche la corretta gestione della posizione in culla.

La posizione corretta del neonato mentre dorme serve per prevenire il rischio di SIDS (Sudden Infant Death Syndrome - Sindrome della morte improvvisa del lattante), conosciuta comunemente come “morte in culla”, che colpisce i neonati nel primo anno di vita, in modo imprevedibile e inspiegabile. 

La posizione neonatale rappresenta, infatti, il fattore di rischio più rilevante su cui è possibile intervenire attraverso una divulgazione di come posizionare il proprio bambino: si raccomanda di mettere a dormire il neonato in posizione supina sin dai primi giorni di vita, su un materasso rigido e senza cuscino. Le evidenze in letteratura dimostrano che il rischio di SIDS è maggiore nei bambini che vengono messi a dormire a “pancia in giù” o sul fianco.

A tal fine risulta fondamentale l’importanza di mettere in atto questi comportamenti preventivi.

Seggiolini, navicelle, ovetti, vanno utilizzati sin dai primi giorni di vita del bambino e anche per brevi tragitti. Infatti i maggiori incidenti si verificano su strade urbane proprio per quei tratti di strada che si pensa siano i meno pericolosi.

Tenere tra le braccia un bambino non è garanzia di alcuna protezione: si muore in pochi metri anche protetti da un abbraccio.

  1. Gli incidenti d'auto sono tra le prime cause di morte tra i bambini.
  2. La maggior parte degli incidenti si verificano su strade urbane.
  3. 6 bambini su 10 non viaggiano sul seggiolino auto o con dispositivi di ritenuta adeguati.
  4. Un bimbo di 10 kg in un impatto a soli 50 km/h produce una forza di 200 kg.
  5. L'uso del seggiolino auto riduce il rischio di:
  • lesioni gravi sino al 90 %;
  • morte sino al 70 % sotto l'anno;
  • morte sino al 50 % nella fascia da 1 a 4 anni.

La vita vale più di un capriccio! 

Per ulteriori informazioni:

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Gli incidenti domestici colpiscono oltre il 5% della popolazione italiana; riguardano soprattutto le persone che trascorrono più tempo a casa: donne, anziani e bambini.

Nei Paesi sviluppati, sono la prima causa di morte tra i più piccoli. Tali incidenti vengono collegati a fattori di rischio strutturali relativi all’ambiente domestico e a fattori comportamentali, che dipendono dalle caratteristiche individuali del bambino.

I bambini, infatti, rappresentano una fascia di popolazione ad alto rischio: cadute, ustioni, soffocamento, avvelenamento e annegamento rappresentano gli incidenti più frequenti in questa fascia di età. 

La sensibilizzazione sui rischi e sulle fonti di pericolo mira a prevenire gli incidenti, promuovere la sicurezza e ad adottare corretti stili di vita.

I bambini e gli schermi: le conseguenze dell’utilizzo eccessivo.

I piccoli passano sempre più tempo davanti a un dispositivo elettronico, cominciando fin dai primi mesi di vita.

Tuttavia, alcuni studi recenti hanno dimostrato che un uso protratto di questi mezzi può essere dannoso.

In particolare, uno studio pubblicato sull’autorevole rivista The Lancet ha analizzato il comportamento dei bambini in età prescolare e il tempo da loro impiegato a svolgere diverse attività (sonno, attività sedentarie, attività fisica leggera o vigorosa), evidenziando un’associazione inquietante: si è visto che i bambini di 2-3 anni che trascorrevano molto tempo davanti a uno schermo (più di 3 ore al giorno) all’età di 5 anni erano più inclini a un comportamento sedentario e a praticare meno attività fisica.

Questo dato, nel contesto di una società in cui l’inattività fisica è considerato uno dei maggiori fattori di rischio per mortalità, non è da sottovalutare: se la sedentarietà inizia prima, i danni conseguenti saranno verosimilmente più precoci e più gravi.

Diversi studi hanno dimostrato che l’ambiente gestazionale della madre è collegato al rischio metabolico nel neonato.

L’esercizio fisico materno può essere una strategia terapeutica importante per prevenire malattie neuro-psicologiche nella prole.

Un incremento di peso eccessivo della madre nella fase gestazionale è stato associato a un aumentato rischio di obesità nella prole a 8 anni, mentre con madri che hanno effettuato un adeguato livello di attività fisica durante la gravidanza si è ridotto il rischio di obesità nel bambino misurato con l’indice di massa corporea (BMI).

È bene inoltre ricordare che l’esercizio fisico è di beneficio per il corpo e la mente del neonato/bimbo. L’attività fisica quotidiana infatti:

  • aiuta lo sviluppo cerebrale;
  • costruisce muscoli, articolazioni e ossa forti;
  • migliora il coordinamento, l’equilibrio e la flessibilità;
  • aiuta a raggiungere e mantenere un peso ottimale;
  • aumenta il rilassamento e migliora il sonno;
  • aumenta la fiducia, la felicità e le abitudini sociali;
  • contribuisce a un miglior apprendimento all’asilo e a scuola.

Sezione dedicata alla pubblicazione di documenti, informative dedicate a trattare la tematica del calendario vaccinale in gravidanza e nei bambini.

“Casa salvi tutti”: campagna per la prevenzione degli incidenti domestici, rivolta a bambini e ai loro genitori.

 

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