Influenza aviaria

Nel periodo 2020 - 2021 diversi Paesi europei sono stati colpiti da un’epidemia di Influenza aviaria causata da sottotipi H5N1 e H5N8; l’ondata epidemica del 2020/2021 è stata una delle più vaste e durature epidemie di HPAI che si siano mai verificate in Europa e ha praticamente interessato la quasi totalità dei paesi europei inclusa l’Italia.

L’origine di questi fenomeni epidemici è attribuibile alla migrazione di uccelli selvatici principalmente dal nord est Europa; molti uccelli selvatici, pur essendo portatori del virus, non manifestano sintomi di malattia, ma trasmettono il virus al pollame domestico, che, al contrario, manifesta forme molto gravi con fenomeni di mortalità che possono interessare tutto l’effettivo.

Da novembre 2021, una grave epidemia di Influenza Aviaria ad Alta Patogenicità (HPAI) ha colpito il pollame domestico della nostra ATS, con l’insorgenza di numerosi focolai, a cui sono conseguiti l’abbattimento dei capi coinvolti (sia nei focolai che negli allevamenti sottoposti a depopolamento preventivo) e la distruzione di uova.

L’epidemia si sta tutt’ora trascinando, con ulteriori focolai; i dati totali indicano più di 1.800.000 capi coinvolti ed abbattuti, nonché oltre tre milioni di uova distrutte.

L’attività di sorveglianza in Italia viene svolta per individuare la presenza e prevalenza dei virus influenzali a bassa patogenicità LPAI, nonché di quelli ad alta patogenicità HPAI sia negli avicoli domestici che nei volatili selvatici.

Il metodo di sorveglianza in Italia è stato definito in base al rischio (alta densità di volatili selvatici migratori, aree ad alta densità di aziende avicole scambi commerciali ecc.); il rispetto di rigorose misure di biosicurezza negli allevamenti, rappresenta lo strumento fondamentale per prevenire l’introduzione, e successiva diffusione, dei virus influenzali con particolare attenzione ad evitare il contatto con i volatili selvatici.

L’influenza aviaria è una malattia altamente contagiosa dei volatili; benché i virus influenzali umani ed aviari appartengano alla stessa famiglia e tipo, i virus aviari non sono in grado di trasmettersi con efficienza all’uomo, ma possono farlo sporadicamente ed in determinate condizioni; in Italia, i virus responsabili di focolai nel pollame si sono dimostrati sempre poco pericolosi per l'uomo. 

Le rarissime infezioni segnalate sono state asintomatiche o hanno provocato delle congiuntiviti guarite spontaneamente; nei Paesi in cui si sono verificati casi umani gravi, la trasmissione della malattia è avvenuta per uno stretto contatto con volatili domestici attraverso secrezioni e feci disseccate degli animali.

Il personale esposto a rischio (veterinari, allevatori ecc.) deve adottare rigorose misure di protezione individuale.


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